giovedì, febbraio 14, 2013

L'amore...


ma gli amanti avranno davvero bisogno di un giorno speciale, 
di cioccolata e fiori per ricordare a se stessi cio' che li rende tali?

Alle volte si...perchè amarsi è come lavorare, impegnarsi ogni giorno ad un'opera unica, 
complessa e molto fragile

ed allora ben venga un giorno in cui poter festeggiare il proprio impegno e la dedizione, 
e rinnovare i moti del cuore con un fiore o un dolcetto, un pensiero che possa dirci siamo
 qui e oggi festeggiamo con una pausa ed un sospiro.


Questi dolcetti li ho preparati con una soffice pasta lievitata alle mandorle e profumata con acqua di fiori d'arancio

Ingredienti
4 uova grandi
4 cucchiai di acqua di fiori d'arancio
180 gr di zucchero
100 gr di farina di mandorle
100 ml di panna fresca
120 gr di burro + 20gr per imburrare
1 bustina di lievito per dolci



Preparazione
accendere il forno a portarlo a 180°
sciogliere il burro
imburrare le formine
montare a spuma con una frusta elettrica lo zucchero e le uova 
setacciare in una capiente ciotola le farine ed il lievito
aggiungere il burro fuso, le uova, la panna,  e l'acqua di fiori d'arancio
mescolare tutti gli ingredienti 
infornare ed abbassare a 160° dopo i primi 10 minuti
lasciare in forno per altri 20 minuti 




Commiato: vietando il lamento

Come uomini virtuosi trapassano miti

E sussurrano alle loro anime di andare,
mentre fra i loro tristi amici c’è chi dice,
ora se ne va il respiro, e chi dice, no:

così sciogliamoci, senza far rumore,
non diluvi di lacrime, non tempeste muoviamo di sospiri;
sarebbe profanazione delle nostre gioie
rivelare ai laici il nostro amore.

Il sommovimento della terra reca danni e paure,
gli uomini calcolano cosa ha fatto e significato;
ma la trepidazione delle sfere,
pur di gran lunga maggiore, è innocente.

L’amore dei rozzi amanti sublunari
(la cui anima sono i sensi) non ammette
l’assenza, poiché essa sottrae
quelle cose che ne eran gli elementi.

Ma noi, per un amore così affinato
Da non saper noi stessi cosa sia,
in reciproca certezza delle anime,
meno ci curiamo che occhi, labbra, mani manchino.

Le nostre due anime, perciò, che sono una,
benché io debba andare, non subiscono
una frattura, ma un’espansione,
come oro battuto ad aerea sottigliezza.

Se esse sono due, sono due come
Le rigide gambe gemelle del compasso sono due:
la tua anima, il piede fisso, non mostra
di muoversi, ma lo fa, se l’altra lo fa;

e anche se nel centro siede,
quando l’altra va lontano errando,
si piega e a quella tende orecchio,
e torna eretta, quando l’altra rincasa.

Tale sarai tu per me, che devo,
come l’altro piede, correre inclinato:
la tua fermezza fa il mio cerchio esatto
e mi fa finire dove avevo cominciato.

                                                                                            John Donne (1572-1631)

A VALEDICTION: FORBIDDING MOURNING




As virtuous men pass mildly away,

And whisper to their souls, to go,

Whilst some of their sad friends do say,

The breath goes now, and some say, no:


So let us melt, and make no noise,

No tear-floods, nor sigh-tempests move,

‘Twere profanation of our joys

To tell the laity our love.


Moving of th’ earth brings harms and fears,

Men reckon what it did and meant,

But trepidation of the spheres,

Though greater far, is innocent.


Dull sublunary lovers love

(Whose soul is sense) cannot admit

Absence, because it doth remove

Those things which elemented it.


But we by a love, so much refin’d,

That our selves know not what it is,

Inter-assured of the mind,

Care less, eyes, lips, and hands to miss.


Our two souls therefore, which are one,


Though I must go, endure not yet


A breach, but an expansion,


Like gold to airy thinness beat.



If they be two, they are two so


As stiff twin compasses are two,


Thy soul the fixed foot, makes no show


To move, but doth, if th’ other do.



And though it in the centre sit,


Yet when the other far doth roam,


It leans, and hearkens after it,


And grows erect, as it comes home.

Such wilt thou be to me, who must


Like th’ other foot, obliquely run;

Thy firmness makes my circle just,
And makes me end, where I begun.






Buon San Valentino!

Isabella

sabato, febbraio 02, 2013

L'ultima fuggitiva - The last runaway


Adoro l'inverno, la pausa dai lavori di giardinaggio mi permette di dedicare 
molto piu' tempo libero alla lettura...
In questi giorni con le amiche di quilting non si fa altro che parlare 
dell'ultimo libro di Tracy Chevalier: L'ultima fuggitiva.
Io raggomitolata davanti al fuoco l'ho divorato in pochi giorni.
E' un romanzo molto bello, un evocativo resoconto della vita 
di una quacchera inglese emigrata in America lo scorso secolo.

L'autrice già nota per il suo romanzo La ragazza con l'orecchino di perla 
ci parla di storie di donne attraverso varie angolazioni, la schiavitu' nell'America del 1850, 
ma anche la situazione delle donne in generale,  relegate 
ad un ruolo subalterno e mai padrone del proprio destino. 

Unico riscatto, della protagonista è la creazione di bellissime coperte in cui unisce 
pezzi di stoffa appartenuti alle persone che ha amato.
Noi ci siamo sentite tutte molto vicine ad Honor, la protagonista, 
alla sua delicata dedizione ai suoi ed agli altrui lavori.

Questo mi ricorda che la mia coperta langue ancora in attesa 
di essere terminata...spero la prossima settimana sia la volta buona

Vi auguro buon fine settimana 
Buona lettura!

Isabella